Da semplice reazione verso una sola sostanza, possono comparire in successione manifestazioni allergiche di diverso tipo. E’ la cosiddetta “marcia allergica”. E tutto parte dalla dermatite atopica…
Da semplice reazione verso una sola sostanza, possono comparire in successione manifestazioni allergiche di diverso tipo. E’ la cosiddetta “marcia allergica”. E tutto parte dalla dermatite atopica…
Marciano, anche gli allergeni, e come un’infinità di soldatini dichiarano guerra all’organismo, puntando ad alcuni anticorpi o cellule. Nei soggetti maggiormente predisposti, a causa di alterazioni genetiche o per familiarità con le allergie, o nei quali il sistema immunitario è più debole perché in via di sviluppo, come accade nei bambini ad esempio, o perché indebolito da altre problematiche, gli allergeni possono avere la meglio e vincere progressivamente più di una battaglia. E così l’allergia, da semplice reazione verso una sostanza unica, può diventare multipla e un sintomo inziale solo fastidioso può trasformarsi, in mancanza di un approccio terapeutico adeguato, in un disturbo più grave e cronicizzato.
Si attua cioè quella che la medicina definisce “marcia allergica”.
Una marcia a tappe
Si potrebbe dire che la sedentarietà non appartiene agli allergeni. Sono piuttosto delle anime erranti, perché non si accontentano di fermarsi ad un solo organo ma preferiscono spaziare coinvolgendo anche più apparati, diversi tra loro, compiendo un percorso allergico evolutivo che può accompagnare la persona alla culla fino all’età matura.
Come ogni altra marcia, fatta di soste e progressioni, anche quella allergica avviene per gradi. E la prima tappa di questo percorso riguarda proprio la pelle, che può cominciare a soffrire già nel neonato di dermatite atopica. Di norma, infatti, gli allergeni fanno sentire le loro reazioni già nei lattanti, con manifestazioni cutanee che possono poi tramutarsi nella fase dello svezzamento in allergie alimentari con sintomatologie per lo più gastrointestinali, e per finire nell’adolescenza e in età adulta con problematiche che coinvolgono le vie respiratorie, colpite da riniti e asma in particolare.
Non perdere di vista la pelle!
Tenere sotto controllo la dermatite atopica, con un’ azione preventiva, lenitiva e idratante , alle prime manifestazioni di prurito o di lesioni, è un’attenzione fondamentale per dare uno stop alla marcia allergica. L’indicazione ha base scientifica: diversi studi attestano infatti che un bambino che soffre di questo disturbo della pelle ha una probabilità di sviluppare l'asma allergica cinque volte superiore rispetto a bambini non atopici. Nell’80% dei casi, inoltre, la dermatite atopica si associa a sensibilizzazione allergica nei confronti di allergeni alimentari e ambientali, tra questi ultimi in particolare agli acari della polvere.
La dermatite atopica è una patologia cronica che può soltanto essere gestita al meglio, e non curata, poiché non esiste ancora una terapia risolutiva. Ma guai a sottovalutarla perché costituisce il primo passo verso altre patologie quali rinite e asma bronchiale. E poiché la pelle costituisce la barriera che ci separa dall'ambiente esterno e dai suoi attacchi, diviene fondamentale proteggerla, mantenendola in salute.
Doppia prevenzione possibile
Il vantaggio di sapere o riconoscere la predisposizione individuale alla marcia allergica, consente di attuare strategie preventive sia primarie che secondarie. Ovvero è possibile adottare innanzitutto delle misure che contribuiscano ad allontanare le cause primarie di possibile insorgenza di malattia in soggetti sani, mantenendoli quindi in buono stato di salute.
Nel caso della marcia allergica, la prevenzione primaria consisterebbe, secondo le più recenti ipotesi, nel ritardare l’introduzione di proteine animali nella dieta del bambino, promuovendo l’allattamento al seno oppure l’utilizzo di latte con formule eHF, ma anche riducendo quanto più possibile l’esposizione ad acari della polvere e animali domestici.
In caso di sensibilizzazione già avvenuta, è possibile intervenire con una prevenzione secondaria, volta cioè a contenere i sintomi, limitare il più possibile la progressione di malattia e, laddove possibile, raggiungere la guarigione. Prevenzione secondaria che, nel caso di allergie, si attua con l’immunoterapia specifica, riconosciuta anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come l’unico trattamento in grado di modificare la risposta dell’organismo verso l’allergia. Gli esiti sono molto promettenti sia dal punto di vista terapeutico sia sulla qualità della vita.