Spesso succede che chi ha la dermatite atopica sviluppa anche delle allergie da contatto. Ecco i fondamenti per conoscere la dermatite allergica da contatto. “Allontanati da me!” È questo il messaggio reattivo che la pelle atopica, o predisposta a sviluppare dermatite atopica, lancia quando entra in contatto con alcune sostante irritanti di varia natura: da quelle alimentari, a quelle chimiche, ambientali, ai profumi e ai metalli.
Tossicità a fior di pelle
La pelle lo fa capire proprio bene il suo fastidio verso qualche cosa che non tollera e si copre di manifestazioni evidenti nella zona del nefasto contatto che possono variare da ulcerazioni e fissurazioni, simili a delle ragadi, fino al gonfiore o alla comparsa di bolle che possono rompersi, lasciando la pelle coperta di squame e croste. Ancora, è possibile che insorgano vescicole o la classica pelle arrossata, pruriginosa e secca. Segno, qualunque sia la manifestazione cutanea, di una “tossicità a fior di pelle”.
Non tutti i contatti sono uguali, neppure per la pelle… Esistono due forme di dermatite da contatto:
• Una è di natura allergica ed è un processo infiammatorio che insorge a seguito del contatto con uno o più allergeni per lo più chimici come i metalli, i coloranti, le resine, ma anche naturali o ambientali come gli olii e le essenze delle piante e dei fiori, i quali a lungo termine, quindi in maniera ritardata rispetto al primo contatto, sensibilizzano la pelle. Può succedere infatti che per anni la pelle entri in contatto ravvicinato con una particolare sostanza senza manifestare alcun effetto, e solo a un certo momento sviluppare invece una reazione di tipo allergico
• L’altra è la dermatite irritativa da contatto; anche in questo caso si tratta di una reazione infiammatoria cutanea causata dall’esposizione ripetuta ad agenti esterni chimici, come ad esempio solventi, fisici o biologici senza però che vi sia il coinvolgimento del sistema immunitario
La particolarità della dermatite allergica da contatto è che, a differenza di quanto avviene nella forma irritativa in cui la lesione resta circoscritta, le lesioni possono migrare dalla sede iniziale di contatto anche verso altre aree del corpo.
Non perdere tempo
Con la dermatite, non solo atopica ma anche quella da contatto, perdere tempo può compromettere il controllo del problema. Infatti più a lungo la pelle rimane esposta ad un agente irritante, più la sua condizione si può aggravare tanto da diventare sensibile e irritabile, specie quella dei bambini, anche a sostanze neutre come ad esempio la semplice acqua o a sostanze di uso personale comune quali lo shampoo.
Quanto tempo impiega l’allergia a manifestarsi?
Non molto, anche se l’intero processo di manifestazione allergica si compie in due fasi:
• In un primo momento si attua quella che viene definita “fase di sensibilizzazione” : richiede all’incirca 7-15 giorni, il tempo cioè che intercorre dal primo contatto della pelle con la sostanza allergica fino alla mediazione del sistema immunitario, che reagisce con le prime manifestazioni
• Una seconda fase è quella in cui la pelle entrata nuovamente in contatto con l’agente incriminato, ed evidenzia nell’arco di 12-24 ore le sue lesioni allergiche
La pelle lo fa capire proprio bene il suo fastidio verso qualche cosa che non tollera e si copre di manifestazioni evidenti nella zona del nefasto contatto che possono variare da ulcerazioni e fissurazioni, simili a delle ragadi, fino al gonfiore o alla comparsa di bolle che possono rompersi, lasciando la pelle coperta di squame e croste. Ancora, è possibile che insorgano vescicole o la classica pelle arrossata, pruriginosa e secca. Segno, qualunque sia la manifestazione cutanea, di una “tossicità a fior di pelle”.
Non tutti i contatti sono uguali, neppure per la pelle… Esistono due forme di dermatite da contatto:
• Una è di natura allergica ed è un processo infiammatorio che insorge a seguito del contatto con uno o più allergeni per lo più chimici come i metalli, i coloranti, le resine, ma anche naturali o ambientali come gli olii e le essenze delle piante e dei fiori, i quali a lungo termine, quindi in maniera ritardata rispetto al primo contatto, sensibilizzano la pelle. Può succedere infatti che per anni la pelle entri in contatto ravvicinato con una particolare sostanza senza manifestare alcun effetto, e solo a un certo momento sviluppare invece una reazione di tipo allergico
• L’altra è la dermatite irritativa da contatto; anche in questo caso si tratta di una reazione infiammatoria cutanea causata dall’esposizione ripetuta ad agenti esterni chimici, come ad esempio solventi, fisici o biologici senza però che vi sia il coinvolgimento del sistema immunitario
La particolarità della dermatite allergica da contatto è che, a differenza di quanto avviene nella forma irritativa in cui la lesione resta circoscritta, le lesioni possono migrare dalla sede iniziale di contatto anche verso altre aree del corpo.
Non perdere tempo
Con la dermatite, non solo atopica ma anche quella da contatto, perdere tempo può compromettere il controllo del problema. Infatti più a lungo la pelle rimane esposta ad un agente irritante, più la sua condizione si può aggravare tanto da diventare sensibile e irritabile, specie quella dei bambini, anche a sostanze neutre come ad esempio la semplice acqua o a sostanze di uso personale comune quali lo shampoo.
Quanto tempo impiega l’allergia a manifestarsi?
Non molto, anche se l’intero processo di manifestazione allergica si compie in due fasi:
• In un primo momento si attua quella che viene definita “fase di sensibilizzazione” : richiede all’incirca 7-15 giorni, il tempo cioè che intercorre dal primo contatto della pelle con la sostanza allergica fino alla mediazione del sistema immunitario, che reagisce con le prime manifestazioni
• Una seconda fase è quella in cui la pelle entrata nuovamente in contatto con l’agente incriminato, ed evidenzia nell’arco di 12-24 ore le sue lesioni allergiche
Una marea di allergeni E’ proprio impossibile elencare la schiera di tutti gli allergeni perché la scienza ha identificato oltre 3 mila sostanze cui la pelle può essere allergica. Dunque la soluzione è quella di provare a identificarle “a pacchetto”, raggruppandole cioè per tipologia. E’ possibile intuire a quale sostanza si potrebbe essere reattivi? Sì, talvolta la sede in cui le manifestazioni cutanee si rilevano potrebbe aiutare a distinguere il tipo di sostanza che dà allergia.
Farmaci. Fra questi, causano i maggiori problemi di allergia gli antibiotici, specie se si somministrano sotto forma di unguento, dunque per via topica.
Indumenti di ogni genere, dall’abbigliamento alle scarpe. Cuoio, colla, gomma, coloranti o altre sostanze usate per il loro trattamento possono dare reazione allergica. Di norma se si è allergici a un qualsiasi capo di abbigliamento, le lesioni appaiono per lo più a livello delle mani e dei piedi.
Sostanze professionali. Tra le tante menzioniamo calcestruzzo, vernici, disinfettanti e saponi ad uso ospedaliero, farine, acetone, coloranti e resine, lattice. Anche in questo caso le sedi più colpite sono le mani e i piedi.
Cosmetici. Profumi, trucco, creme, smalti, tinture ed altri prodotti per capelli possono dare problemi alle pelli allergiche. Viso, collo e cuoio capelluto sono le zone più a rischio.
Metalli. È una categoria molto particolare perché i metalli si possono trovare in oggetti che si toccano ma anche in alcuni alimenti. Fra i più comuni vi sono:
• Nichel: è contenuto in oggetti come occhiali, gioielli, orologi, monete, ma anche in cosmetici, saponi, dentifrici e in alcuni cibi quali pomodoro, cioccolato, noci e soia. Ecco perché spesso questa allergia ha una localizzazione labiale
• Cromo: la fonte principale è il cemento, ma questo metallo può essere contenuto anche in detersivi, saponi, tessuti ecc.
• Cobalto: è presente nel cemento e in varie leghe metalliche, inchiostri, tinture, olii lubrificanti
Sostanze ambientali e fisiche. Anche la luce Ultravioletta (UV), alcune piante ornamentali e il sudore possono essere irritanti per la pelle. Sono a rischio dermatite da contatto?
E’ la domanda che si pone chiunque abbia una pelle intollerante, sensibile, atopica o anche solo una predisposizione alla dermatite atopica. Infatti in questi casi la possibilità che si possa manifestare anche una dermatite allergica da contatto è maggiore.
Ma la predisposizione o una storia di dermatite non sono i soli fattori di rischio. Ne esistono alcuni immodificabili come l’età, colpisce infatti soprattutto tra i 40 e i 45 anni, ma anche il sesso. Essere donna aumenta lievemente il rischio di sviluppare nell’arco della vita dermatite allergica da contatto.
A questi si aggiungono fattori controllabili. Tra questi è fondamentale evitare il ripetuto contatto con gli allergeni, quando individuati, e laddove si tratti di allergeni professionali è indicato ricorrere a mezzi protettivi come ad esempio l’uso di guanti, indumenti e creme barriera.
Sei tu l’agente che mi infastidisce?
Gli allergeni sono tanti, e allora come capire qual è quello che provoca realmente fastidio alla pelle? Occorre innanzitutto sottoporsi a una visita dermatologica e, nel caso esista il sospetto di una dermatite allergica, eseguire dei test cutanei specifici. I più usati sono il patch test e il Rast test, oltre al dosaggio delle IgE totali. Generalmente nel patch test si espongono piccole superfici della pelle alle sostanze sospette. Passato un certo lasso di tempo si osserva la cute: se si notano arrossamento o piccole vescicole, accompagnate da prurito, il test sarà positivo e avrà scovato la sostanza allergica incriminata e responsabile dell’insorgenza delle lesioni.
E adesso cosa faccio?
La risposta sembrerebbe scontata: “Prendo i giusti provvedimenti”. Eppure non è così semplice, perché non sempre è possibile evitare al 100% il contatto con la sostanza a cui si è sensibili. Poi possono subentrare anche altre problematiche, come ad esempio le allergie crociate: ovvero l’allergia a una specifica sostanza potrebbe scatenare reazioni simili verso allergeni non identici ma che l’organismo percepisce come simili. E’ il caso dell’allergia crociata al nichel, per cui la reazione può svilupparsi a contatto con un metallo ma anche mangiando un pomodoro.
Prevenire si può?
Sì, talvolta si può. Attivando soprattutto delle attenzioni verso le norme di igiene personale. Per contenere i sintomi e accelerare la guarigione delle lesioni o scongiurare che insorga la dermatite allergica da contatto, oltre ad evitare il contatto con l’allergene è bene evitare i bagni e i lavaggi utilizzando detergenti aggressivi perché potrebbero impoverire o privare la pelle della sua barriera protettiva. Fuori dall’acqua è opportuno asciugare la cute a fondo per togliere ogni traccia di umidità tamponandola e mai sfregandola. Ancora, è necessario idratare regolarmente e accuratamente la pelle con creme delicate specifiche per pelli sensibili, intolleranti o addirittura atopiche.
Non fare confusione!
Per non sbagliare sulle due differenti forme di dermatite, quella allergica e quella irritativa, ci vuole chiarezza. Dunque, in conclusione, è bene rammentare che:
• Il sintomo principale della dermatite allergica da contatto è il prurito, mentre in quella irritativa da contatto è il bruciore
• La dermatite allergica da contatto può estendersi anche ad altre aree del corpo oltre la sede di origine, a differenza della dermatite irritativa che invece resta circoscritta al luogo di origine
• La sostanza che più frequentemente causa dermatite allergica da contatto è il nichel. Il consiglio è quello di utilizzare sempre, a contatto con la pelle, prodotti cosmetici nichel tested così da non avere problemi
Farmaci. Fra questi, causano i maggiori problemi di allergia gli antibiotici, specie se si somministrano sotto forma di unguento, dunque per via topica.
Indumenti di ogni genere, dall’abbigliamento alle scarpe. Cuoio, colla, gomma, coloranti o altre sostanze usate per il loro trattamento possono dare reazione allergica. Di norma se si è allergici a un qualsiasi capo di abbigliamento, le lesioni appaiono per lo più a livello delle mani e dei piedi.
Sostanze professionali. Tra le tante menzioniamo calcestruzzo, vernici, disinfettanti e saponi ad uso ospedaliero, farine, acetone, coloranti e resine, lattice. Anche in questo caso le sedi più colpite sono le mani e i piedi.
Cosmetici. Profumi, trucco, creme, smalti, tinture ed altri prodotti per capelli possono dare problemi alle pelli allergiche. Viso, collo e cuoio capelluto sono le zone più a rischio.
Metalli. È una categoria molto particolare perché i metalli si possono trovare in oggetti che si toccano ma anche in alcuni alimenti. Fra i più comuni vi sono:
• Nichel: è contenuto in oggetti come occhiali, gioielli, orologi, monete, ma anche in cosmetici, saponi, dentifrici e in alcuni cibi quali pomodoro, cioccolato, noci e soia. Ecco perché spesso questa allergia ha una localizzazione labiale
• Cromo: la fonte principale è il cemento, ma questo metallo può essere contenuto anche in detersivi, saponi, tessuti ecc.
• Cobalto: è presente nel cemento e in varie leghe metalliche, inchiostri, tinture, olii lubrificanti
Sostanze ambientali e fisiche. Anche la luce Ultravioletta (UV), alcune piante ornamentali e il sudore possono essere irritanti per la pelle. Sono a rischio dermatite da contatto?
E’ la domanda che si pone chiunque abbia una pelle intollerante, sensibile, atopica o anche solo una predisposizione alla dermatite atopica. Infatti in questi casi la possibilità che si possa manifestare anche una dermatite allergica da contatto è maggiore.
Ma la predisposizione o una storia di dermatite non sono i soli fattori di rischio. Ne esistono alcuni immodificabili come l’età, colpisce infatti soprattutto tra i 40 e i 45 anni, ma anche il sesso. Essere donna aumenta lievemente il rischio di sviluppare nell’arco della vita dermatite allergica da contatto.
A questi si aggiungono fattori controllabili. Tra questi è fondamentale evitare il ripetuto contatto con gli allergeni, quando individuati, e laddove si tratti di allergeni professionali è indicato ricorrere a mezzi protettivi come ad esempio l’uso di guanti, indumenti e creme barriera.
Sei tu l’agente che mi infastidisce?
Gli allergeni sono tanti, e allora come capire qual è quello che provoca realmente fastidio alla pelle? Occorre innanzitutto sottoporsi a una visita dermatologica e, nel caso esista il sospetto di una dermatite allergica, eseguire dei test cutanei specifici. I più usati sono il patch test e il Rast test, oltre al dosaggio delle IgE totali. Generalmente nel patch test si espongono piccole superfici della pelle alle sostanze sospette. Passato un certo lasso di tempo si osserva la cute: se si notano arrossamento o piccole vescicole, accompagnate da prurito, il test sarà positivo e avrà scovato la sostanza allergica incriminata e responsabile dell’insorgenza delle lesioni.
E adesso cosa faccio?
La risposta sembrerebbe scontata: “Prendo i giusti provvedimenti”. Eppure non è così semplice, perché non sempre è possibile evitare al 100% il contatto con la sostanza a cui si è sensibili. Poi possono subentrare anche altre problematiche, come ad esempio le allergie crociate: ovvero l’allergia a una specifica sostanza potrebbe scatenare reazioni simili verso allergeni non identici ma che l’organismo percepisce come simili. E’ il caso dell’allergia crociata al nichel, per cui la reazione può svilupparsi a contatto con un metallo ma anche mangiando un pomodoro.
Prevenire si può?
Sì, talvolta si può. Attivando soprattutto delle attenzioni verso le norme di igiene personale. Per contenere i sintomi e accelerare la guarigione delle lesioni o scongiurare che insorga la dermatite allergica da contatto, oltre ad evitare il contatto con l’allergene è bene evitare i bagni e i lavaggi utilizzando detergenti aggressivi perché potrebbero impoverire o privare la pelle della sua barriera protettiva. Fuori dall’acqua è opportuno asciugare la cute a fondo per togliere ogni traccia di umidità tamponandola e mai sfregandola. Ancora, è necessario idratare regolarmente e accuratamente la pelle con creme delicate specifiche per pelli sensibili, intolleranti o addirittura atopiche.
Non fare confusione!
Per non sbagliare sulle due differenti forme di dermatite, quella allergica e quella irritativa, ci vuole chiarezza. Dunque, in conclusione, è bene rammentare che:
• Il sintomo principale della dermatite allergica da contatto è il prurito, mentre in quella irritativa da contatto è il bruciore
• La dermatite allergica da contatto può estendersi anche ad altre aree del corpo oltre la sede di origine, a differenza della dermatite irritativa che invece resta circoscritta al luogo di origine
• La sostanza che più frequentemente causa dermatite allergica da contatto è il nichel. Il consiglio è quello di utilizzare sempre, a contatto con la pelle, prodotti cosmetici nichel tested così da non avere problemi